Antigone Vaginay, nome d’arte Niny Comolli, nasce a Milano nel 1915 e si diploma concertista in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

L’esordio della sua carriera coincide con la guerra e Niny si vede costretta ad abbandonare la carriera concertistica di musica classica per esibirsi nelle compagnie teatrali. Tra queste: “La Pina Renzi – Fausto Tommei” con Giovanni Barrella (Sette Giorni a Milano), la “Dario Fo”, la “Nuto Navarrini”, la “Tino Scotti” e molte altre.

Quando negli anni 50 nasce la Rai Televisione, Niny Comolli vince il concorso come pianista nell’orchestra RAI diretta dal maestro Mario Consiglio.
È la prima donna ad entrare ufficialmente in un’importante Orchestra. Si racconta che agli inizi del suo incarico suonasse dietro un paravento perché, all’epoca, non era contemplata la presenza femminile in un’orchestra su un palco.
Oltre all’attività di pianista in orchestra, Niny accompagna al pianoforte i più importanti cantanti e attori di allora e partecipa alle prime trasmissioni televisive sperimentali negli studi di Milano e Torino.

Per oltre dieci anni partecipa come pianista a tutte le principali produzioni televisive: Il Signore di Mezza Età con Marcello Marchesi, L’Amico del Giaguaro con Raffaele Pisu, Gino Bramieri e Marisa Del Frate.

Lavora inoltre con coreografi come Paul Steffen e Gisa Gert, con registi come Eros Macchi, Romolo Siena, Gianfranco Bettettini. Collabora con maestri quali Mario Consiglio, Aldo Bonacore, Pino Calvi e Tony De Vita.

Nel frattempo, spinta dalla necessità di creare novità, compone le prime canzoni in dialetto Milanese per Evelina Sironi, Liliana Feldman e Maria Pia Arcangeli, attrici che lavorano con lei alla RAI di Milano.

Nel 1959, insieme al famoso paroliere Luciano Beretta, realizza un disco per bambini intitolato Il Girotondo delle Fiabe. Contemporaneamente, chiamata dal regista Guido Stagnaro, inizia una lunga collaborazione nel settore culturale della RAI, dove ha composto per circa 10 anni le musiche delle serie dei più famosi pupazzi animati: il primo è Topo Gigio, seguirà la celebre serie dei Pirimpilli e altri.

È Niny Comolli, sempre nello stesso periodo, a ideare e organizzare, al Teatro dell’Arte di Milano, il primo Festival di canzoni per bambini che, l’anno seguente, portato al Teatro della Fiera di Milano in occasione del Salone internazionale del Bambino, prenderà il nome di Zecchino d’Oro.

La manifestazione, che premiava con uno zecchino di cartone dorato il piccolo vincitore, era presentata da Cino Tortorella, meglio conosciuto come “Il Mago Zurlì”.

Nel 1961 è la RAI di Milano a occuparsi dello Zecchino d’Oro e Niny Comolli è la maestra dei piccoli cantanti. L’anno successivo la manifestazione, da Milano, verrà trasferita a Bologna. Queste attività non impediscono a Niny di realizzare, con non pochi sacrifici, un disco di canzoni in dialetto milanese, con testi di Luciano Beretta.

Si arriva al 1964, anno in cui nasce il primo Ambrogino D’oro a Milano. I piccoli cantanti solisti vengono accompagnati da un minuscolo coro diretto da Niny Comolli e composto da 10 bambini, che inizialmente prende il nome di Baby Stars ma che in seguito si chiamerà I Piccoli Cantori di Milano.

Anno dopo anno, questa manifestazione diventa sempre più importante e l’organizzazione passa al “Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione” mentre lo spettacolo ha luogo in teatri come “Il Lirico” il “Teatro dell’Arte” con la finale al Palazzo dello Sport.

Niny Comolli è autrice di moltissime canzoni per bambini, ha scritto molte canzoni per lo Zecchino d’Oro vincendo dei premi.
Nel 1970, viene chiamata all’Angelicum di Milano per musicare una commedia per bambini, alla quale faranno seguito tutti gli altri spettacoli per ragazzi dell’Angelicum stesso, contribuendo così alla nascita e all’affermazione di questo nuovo tipo di spettacolo teatrale per bambini.
Nel 1971 realizza e pubblica l’LP Milan la nebbia interamente dedicato a Milano, con testi di Clerici, Beretta e altri.
Nel 1973 realizza un secondo LP milanese dal titolo Milan la gent con testi di Antonio Clerici, Evelina Sironi, Gici Gancini Granata e altri.
Un premio molto ambito, è il trofeo Giovanni d’Anzi, vinto da Niny Comolli nel 1977 con il brano La ballata del Tofino.

Nel tempo, il Coro de I Piccoli Cantori si amplia e migliora il livello artistico. Con loro Niny realizza un eccezionale disco di musica classica dal titolo I Piccoli Cantori e la musica classica – edito dalla PDU – molto apprezzato nell’ambiente artistico e dal pubblico.

Con I Piccoli Cantori di Milano, Niny Comolli donerà a Milano 20 anni di concerti con una particolare attenzione al sociale – Ospedali, Case di Riposo, Istituto dei Ciechi, Centro Trasfusionale, Istituto dei Tumori – ai quali non ha mai negato la sua intensa partecipazione.

Da 1964 il Coro non ha mai smesso di cantare e dal 1985 è diretto da Laura Marcora, musicista e nipote della fondatrice, alla quale Niny ha passato il testimone per garantirne la continuità.

Nel 1979 Niny Comolli riceve dal Comune di Milano l’attestato di Benemerenza Civica per l’intensa attività di composizione di musiche per bambini, per la creazione di iniziative destinate ai Piccoli Cantori e per il suo contributo alla creazione e alla diffusione della canzone popolare milanese.

 

Come in un concerto 

Storia di Antigone Vaginay, in arte Niny Comolli

Roberto Marcora

Nel 2014, per la celebrazione dei 50 anni del coro, è uscito il libro sulla vita di Niny Comolli e la nascita dei Piccoli Cantori di Milano dal titolo “Come in un concerto” scritto dal figlio Roberto Marcora e con la collaborazione grafica di Maurizia Galliazzo. Si ringrazia per la collaborazione Paolo Del Bon.

A Niny,

una donna che ha attraversato con determinazione,
coraggio e ottimismo i percorsi tortuosi della vita, affrontando fame, guerre, lutti e pregiudizi.
Una donna che ha messo
come punto fermo della sua vita la musica,
ha aperto questa magica arte anche ai bambini e
ha saputo essere per me – suo figlio – madre, padre,
amica e buona consigliera:
un perno saldo di amore e dedizione.
Il ricordo di una vita così intensa e particolare
non può andare perduto nel tempo.

Roberto